Architetto condannato per un corso da arredatore con finto patrocinio
Bendetto Todaro chiedeva quasi settemila euro per le sue lezioni, senza avere l’accreditamento presso la Regione. La pena: otto mesi di reclusione
di Giulio De Santis

Dépliant, opuscoli e annunci sul web. Questi i canali di informazione usati dall’architetto Benedetto Todaro, professore in passato presso la facoltà d’Architettura, per pubblicizzare il suo corso di «arredatore professionale d’interno» certificato dalla Regione Lazio. Quota d’iscrizione: 6mila e 860 euro l’anno. Soldi pagati dai sei studenti che hanno scoperto dopo un anno di lezioni l’assenza dell’accreditamento da parte della Regione, come ha stabilito il tribunale condannando l’architetto a 8 mesi di reclusione con l’accusa di truffa. Stessa pena che il giudice ha pronunciato nei confronti di Luna Todaro, responsabile legale della Quasar Progetto, scuola di formazione nel design fondata dallo stesso architetto nel 1987.

Emblematico il bluff, almeno, nella cronaca della vicenda raccontata in aula da un’allieva costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Antonella Persico e Marina Cenciotti. È il 2015 quando la giovane, 25 anni, legge un opuscolo dove si reclamizza un corso di «arredatore di interni» tenuto da Todaro certificato dalla Regione. Un percorso formativo ricco di sbocchi professionali, proprio perché riconosciuto dalla Pisana. Le ore di lezione sono 500. Un impegno importante anche dal lato economico, dovendo la ragazza pagare quasi 7mila euro per l’iscrizione. Convinta che sia l’occasione della vita, s’iscrive. Dopo pochi mesi è costretta a rinunciare al lavoro, essendo le lezioni faticose. Arrivata al settimo mese, vengono fuori i problemi: il corso non è per «arredatrice d’interni» ma di «gestrice di spazi espositivi». Poco dopo salta fuori che la Regione non ha certificato il corso. Così scatta, inevitabile, la denuncia.

Fonte Corriere della Sera